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Cala la quota di traffico p2p

Un manager di un primaio operatore telefonico nota: “Il traffico peer-to-peer era anche il 60% del totale del traffico internet in Italia, fino a qualche tempo fa. Oggi non è più del 20%”. (Probabilmente il dato è approssimativo nella cifra anche se è certo nella tendenza).

E’ la vittoria delle major? Forse è soprattutto la vittoria dello streaming. E dello scambio di link sui social network.

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  • Io lavoro nel NOC di una grande università e gestisco le notifiche DMCA che ci arrivano. Nell’ultimo anno sono assai diminuite, in parte per lo spostamento dello scambio dati su canali non facilmente rilevabili come http(rapidshare.com) o bittorrent cifrato.

  • io ci credo. In Italia Facebook cresce in maniera esplosiva e trascina dietro youtube. Rapidshare e altri siti di scambio non P2P sono tra i più trafficati. Vedete tanti nuovi entusiasti di Bittorrent e eMule ? Io proprio no.

  • No mi sono spiegato male io. Intendevo dire: quali sono i valori assoluti? Per esempio: diciamo che un anno fa il traffico di internet era 100 e il 60% era di p2p. Poi diciamo che oggi il traffico è 1000 e il 20% è p2p. Il traffico p2p scende in valore percentuale e cresce in valore assoluto. Già così si possono fare un sacco di ragionamenti 🙂

  • magari che di buono da tirarsi giù non c’è più niente. o che posso scaricare un video da youtube ed anche estrarne la traccia audio.

  • @Nicola Mattina: comprensibile la richiesta di delucidazioni, ma penso che la “sparata” fosse proprio una sparata, fine a se stessa, giusto per dire che la tendenza del p2p è di drastico calo.
    Penso che anche se gli italiani connessi sono aumentati nell’arco degli anni, la maggior parte di questa “nuova onda” sia di persone che si attaccano a facebook e basta (poco altro), cosa che fa crescere il numero assoluto, diluendo la percentuale di chi ancora scarica dal p2p.
    Concordo anche sulla maggiore reperibilità di ciò che interessa su pool http quali megaupload o rapidshare (e conseguenti siti accessori che ne permettono un ottimo utilizzo), ma il drastico calo mi sembra eccessivo, ché se uno vuole vedersi un film di qualità, continua a scaricarlo tramite torrent o il mulo. Ma si sa che la qualità non è proprio il pallino degli italiani contemporanei.
    Grazie, come sempre, per gli spunti di riflessione.

  • Attenzione ai numeri. Sicuramente è calato il valore relativo del p2p (ed è un bene), ma non è detto che sia calato il p2p in valori assoluti e soprattutto che sia calata la pirateria (si fa molta ora tramite rapidshare e siti di streaming).

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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