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Microsoft: antitrust e tecnologie

La fine della questione Microsoft all’Antitrust europea è un fatto positivo. Le multe enormi che l’azienda guidata da Steve Ballmer era condannata a pagare hanno ottenuto il successo che un duro confronto culturale tra impostazioni diverse dell’idea di concorrenza non erano riuscite a realizzare.

Ora cominciano le valutazioni. Tra chi sminuisce il risultato e chi lo approva le distanze sono le stesse di quelle che si leggevano durante il procedimento: il “lasciar fare” ha ragione più o meno dell'”intervento contro i monopoli”?
La storia del browser della Microsoft è nata come risposta a Netscape. Il successo di Netscape, nel 1995, era basato su due considerazioni allora spesso ripetute: 1. Netscape aveva il 90% di quota di mercato; 2. unito alla logica di Java, poteva diventare il nuovo sistema operativo per far girare i programmi nati per funzionare in internet.
In quel clima, la Microsoft superò le resistenze di Bill Gates e cominciò a regalare a sua volta il browser con il preciso intento di abbattere Netscape e la minaccia che si pensava essa costituisse per il core business della Microsoft, il sistema operativo. Il regalo di Explorer era adottato dagli utenti automaticamente, perché preinstallato su ogni nuovo computer. Netscape non fu in grado di resistere. Ma Microsoft andò oltre. Quando Explorer divenne anche una sorta di navigatore necessario a tutta l’architettura software di Windows si capì che la Microsoft stava esagerando. Voleva trattare internet come aveva trattato tutte le “applicazioni” che girano sui pc: funzionano “meglio” se fatte per Windows. La battaglia antitrust europea servì a separare il browser dal sistema operativo: dunque a separare l’accesso a internet dal sistema operativo. Il freno posto dall’antitrust alla Microsoft fu uno dei motivi per cui Google e Facebook poterono crescere. E arrivare ai giorni nostri. Si può sottovalutare il risultato dell’antitrust ma non se ne possono vedere alcuni effetti collaterali molto importanti.
Google ora sta realizzando il sogno di Netscape di quindici anni fa. E Facebook è già pronta a minacciarla. L’attenzione dell’antitrust potrebbe cominciare a concentrarsi su Google adesso, in attesa di passare alla prossima candidata al dominio planetario. Lo vedremo. L’unica cosa certa è che con l’antitrust e le tecnologie si fatica sempre a capire bene la mappa delle questioni.
I motivi di difficoltà nella valutazione sono molteplici:
1. L’antitrust è nata per impedire che una compagnia compri la totalità di un mercato sulla scorta della sua dimensione già grande o della sua potenza economica. Si è evoluta dicendo che non si può sfruttare una posizione dominante in un mercato per conquistare un altro  mercato attraverso forme più o meno simili al dumping. Il suo scopo resta quello di salvaguardare la concorrenza. Ma che cos’è la concorrenza nelle tecnologie di rete?
2. In realtà, l’antitrust delle tecnologie non riguarda le quote di mercato attuali ma la capacità di innovazione futura. Perché nei mercati a rete, le tecnologie di successo tendono naturalmente a guadagnare quote di mercato. La loro concorrenza vera non viene da altre tecnologie che funzionano in modo analogo. La loro concorrenza viene da tecnologie che funzionano in modo profondamente innovativo. La concorrenza al dominio di Microsoft sui pc è arrivata dal dominio di Google sui motori di ricerca nel web…
3. Per salvaguardare la competitività futura del mercato si deve salvaguardare la capacità di innovare delle piccole start up che possono cambiare le regole del gioco e innovare profondamente il mercato. Ma questo implica un antitrust profondamente migliore. Se nel caso Microsoft alcuni effetti collaterali sono stati positivi, quello che è chiaro è che l’intervento dell’antitrust è stato tardivo e che la sua procedura ha impiegato dieci anni a compiersi: oggi il tema risolto dell’Explorer non è più strategico. Ihmo.

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  • Non sono daccordissimo sull’idea che Netscape venisse già visto come un sistema operativo.
    L’analisi che sento più spesso è questa :
    Il motivo princiaple per cui i browser sono gratuiti è sono così importanti è che chi domina il mercato Browser Domina anche il mercato server (Decidendo le tecnologie, possibilmente proprietarie)
    Se uno dei vari Internet Explore, Safari, Chrome avranno mai il monopolio decideranno i protoli di comunicazione del web e quindi cosa gira sul web.
    L’Antitrust a parer mio dovrebbe concentrarsi su tecnologie aperte ma mono-piattaforma.
    Come quelle di Google che gireranno solo su determinate versioni di Android, Gli Ipod che non funzionano senza Itunes (che si porta dietro Quicktime e Safari).
    In questo caso è la Google che sembra si sia muovendo peggio.
    Le voci dicono che Chrome Os girerà solo su certe determinate macchine. La strategia è molto simile a quella di Mac OS X, utilizzare una tecnologia aperta ma non del tutto per mantenerne il controllo.

  • … beh, che fosse come un sistema operativo (netscape + applicazioni in java) era quello che si diceva allora… sentito con le mie orecchie… (in sun, in netscape, in vari altri posti di sviluppatori…)

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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