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Uno più uno non fa niente

Aumentare la quota del prezzo degli apparecchi adatti alla riproduzione di opere soggette a copyright che va ai detentori di quei diritti. (leggere per maggiore precisione il comunicato Fimi). Chiudere i siti che inneggiano alla violenza politica. (leggere per maggiore precisione il post di Quinta).

Non si possono sommare pere e mele, quindi questo non è un problema del tipo uno più uno fa… Ma insomma comunque l’unica sintesi è che questa internet così com’è dà proprio fastidio.

Si può supporre che man mano che la rete cresce ci sia anche una sempre maggiore reazione. Che si mostrerà con forme sempre più precise ed efficaci.

Ma un punto va detto: i siti dell’odio sono molti. Ce ne sono tra i tifosi di calcio, gli integralisti di ogni specie, gli estremisti. Il povero professor Antonio Roversi li aveva studiati a fondo. E la sua conclusione era chiara:

C’è
sempre chi usa la libertà per superare i limiti della convivenza
civile. Come difendersi? «Censurare Internet non ha senso» dice
Roversi: «La Rete non si può fermare. Meglio scoprirne i vantaggi: chi
non si accontenta di leggere i resoconti ufficiali delle vicende di
attualità e ha stomaco, può consultare i siti dell’odio e farsi un’idea
indipendente. Le opinioni di chi sostiene la pace e la convivenza tra i
diversi popoli non ne saranno indebolite: anzi, la loro azione
democratica diventerà più consapevole».

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  • Mah, per i secondi, se in Italia l’obbligo dell’azione penale fosse una cosa seria e non una barzelletta ci sarebbe già l’apologia di delitto e l’istigazione a delinquere (Art. 414 Codice Penale) che basta e avanza. Per i primi, se si va avanti così la SIAE (facciamo nomi e cognomi) vorrà l’obolo ache su penne, pennelli e colori a olio perchè potreste ricopiare un testo o un quadro.

  • Io invece in tutta questa faccenda trovo molto più interessanti quelli che hanno rinominato i gruppi su facebook, arruolando orde di sostenitori inconsapevoli del B, che ora stanno incazzati come furetti.
    dall’uso che viene fatto dei contenuti, all’uso di ME
    sublime

  • Il fatto è che questi non distinguono il mezzo dal messaggio solo quando gli fa comodo. Se usassero lo stesso metro per la TV, con tutti i programmi spazzatura che ci sono dovrebbero vietare la vendita degli apparecchi…
    Bisogna aver pazienza e, comunque, invitare pure fermamente a perseguire i reati individuali che, inclusi le varie istigazioni a delinquere via Internet

  • La prima non ha senso. O facciamo pagare di più, retribuendo così i detentori di diritti e lasciamo che la gente pubblichi e riproduca quella che vuole, o consideriamo la riproduzione di opere sotto copyright come un reato. Ma fare entrambe le cose è un’incoerenza che non è né in linea con la legge, né un passo avanti per la liberalizzazione del settore. È come dare una multa per eccesso di velocità preventiva a tutti gli automobilisti, indifferentemente dalle loro abitudini, mascherandola da tassa, e poi lasciare i vecchi limiti di velocità. Non si risolve niente in questa maniera.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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