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Google Dns e velocità sospette

Chi cerchi di capire che cosa significa Google Public Dns si imbatte in una quantità enorme di notizie e commenti. I commenti sono divisi tra gli ottimisti e i sospettosi.

Il fatto è che Google offre anche una soluzione per la gestione dei Dns che connettono i numeri ip ai nomi dei domini dei siti che si usano normalmente. Gli indirizzi dei siti sono parole, ma internet capisce numeri, ovviamente. E i Dns traducono. Nel farlo ci mettono un po’ di tempo.
Google promette di rendere i collegamenti più veloci. Gli ottimisti ritengono che questo farà bene alla rete. Anche perché farà concorrenza a chi già si occupa di Dns inducendo miglioramenti nel sistema. Lo dice anche OpenDns.
I sospettosi dicono che Google finirà per voler sapere tutto degli internettiani e userà tutti gli strumenti a sua disposizione per servire essenzialmente i suoi clienti: gli inserzionisti pubblicitari. Google fa il motore, un browser, un sistema operativo, molte applicazioni… Quindi può sapere troppe cose, dicono.
Google risponde con garanzie precise. E promette di non mettere mai i dati che raccoglie con i Dns in collegamento con i dati che raccoglie con le altre funzioni e applicazioni.
Non ci sono motivi per condannare Google in base ai sospetti. E del resto la sua forza di mercato non è basata su un monopolio ma su un dinamismo innovativo davvero enorme. Questo fa paura. Come fa paura pensare alla possibilità che una nuova direzione strategica, meno rispettosa dei diritti altrui, dovesse un giorno prendere il potere a Google. Ma tutto questo dovrebbe anche stimolare la nascita di nuove aziende che facciano meglio di Google almeno nei comparti dove non è dominante. Magari sarebbe ora di lanciare anche un sistema di controllo della relazione tra le promesse e i fatti di Google che sia basato su tecnologie adatte alla bisogna. Non è facile. Ma non è impossibile. E potrebbe persino risultare in un business. La reazione di OpenDns mi pare da sottolineare: critica ma attiva.
Da vedere il post di Massimo e i commenti. TechCrunch. GigaOm. Quintarelli.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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