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Come da copione

Per chi avesse pensato che il vocio sul coinvolgimento dei vertici del governo nel processo per i crimini mafiosi in corso a Firenze fosse più che altro un attacco di comunicazione preventiva, teleguidato da un’accorta gestione dei messaggi mediatici, Libero offre una conferma. Citando addirittura l’esistenza di un “copione“.

Del resto, la dimostrazione che la fiction è da qualcuno considerata più importante della realtà viene dalle dichiarazioni secondo le quali a meritare le maggiori critiche in tema di mafia sono proprio coloro che hanno scritto il copione della Piovra.

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  • E’ evidente che i media ombrello forzino a eccessivare grandini. Se potessero lo farebbero processare anticipatamente dalle loro share of voice. Portare alla magistratura a fare smentite la mette in contraddizione di coerenza con l’opinione pubblica una volta che uscissero dei rilievi.
    La questione che fa più ridere è che per il senso comune i processi mediatici partono dall’accusa, quindi vengono prospettate sempre riforme per controllare meglio l’anello che lega notizie di reato, magistrati e giornalisti, quando le fughe di notizie partono per interesse della difesa.

  • Siete ottimisti. Visto come certi PM (ho scritto PM) cercano di imbeccare i presunti pentiti (se ne sono accorti persino i giornali non schierati, tipo il Corriere) e straparlano di agire per ribaltare il corso degli eventi, che problema hanno avrebbero a raccontare una balla ? Vigna lo ha pure scritto. Poi magari passano gli atti a Palermo “per competenza” e a Palermo mica hanno smentito. Sarebbe da chiedersi perchè ora ? Qualcuno ha fretta. Non penso Confindustria, è talmente disperata e divisa che non ha possibilità di fare piani così sofisticati. Ormai non penso nemmeno sia un partito con sponda tra alcuni PM, a condurre le danze sono direttamente gli stessi PM, che usano alcuni giornalisti per preparare il terreno. A meno che non sia una parte della Mafia, le cui vie sono sempre tortuose. E lo sbocco ? Fini ? Potrebbe, tanto anche quello lo sbattono in galera quando vogliono. A parte le cartoline ricordo con il braccio teso, che il Fatto e Repubblica hanno sempre pronte, basta che ritirino fuori la storia che prima di Bolzaneto fu lui in qualità di vice-premier a incontrare tutti i successivi indagati per i fatti noti. Basta trovare un “pentito” che si ricordi che era stato Fini a organizzare tutto, et voilà..

  • Che ci sia scontro tra poteri dello stato è sotto gli occhi di tutti Marco. Non dico autonomi poteri perché è l’ulteriore evidenza. Butto là una versione per rispondere al perché proprio ora: il procedimento a carico di Dell’Utri è arrivato in appello. Non basta per stuzzicare appetiti collaterali ai magistrati politici? Il premier non ha mai nascosto rapporti con certi personaggi, ha addirittura lodato certe condotte. Con questo non vorrebbe neanche sottoporsi a chiarimenti? Non è proprio un problema di magistrati mediatici o che volevano fare i politici da piccoli. Se proprio bisogna generalizzare allora incolpiamo la cornice: se non sei ricattabile non sali lo scalino.
    Che le dichiarazioni dei pentiti valgano una cicca come atto probatorio è chiaro nel codice. Quindi non dovrebbe alzare tutto questo polverone. Con un pò di dietrologia il governo cerca una bella scusa esterna da scaricare verso le istituzioni per non riuscire ad assumersi una responsabilità di fronte la cacafobia dei battitori di cassa: ha promosso a troppi, non ha una lira e non sa dove sbattere la testa. Solo con le emergenze non può sbagliare e le cerca con la zeppetta. Scanso tamponamenti, misure prospettiche concrete zero. Chi sta dall’altra parte vedendo il sangue e incalza.

  • Emanuele, qui stiamo parlando di reato di strage. Sono talmente senza valore le parole dei pentiti che il processo Borsellino è stato tutto costruito sulle parole di un pentito, salvo poi accorgersi che ra il pentito sbagliato. Ci fossero state prove ulteriori, ora Spatuzza sarebbe in galera sì, ma per falsa testimonianaza e calunnia.
    Magari l’altra parte fosse così lineare. Non ne sarei così sicuro: guarda il caso Casson, studiatelo e poi ne parliamo.

  • E’ tutto chiaro Marco, non fa una piega la tortuosità. Che l’opposizione avesse bisogno di supplenza è una porta sfondata. Con questo non giustifica che propri ora si metta mano su fattispecie di reato, il famoso “concorso” esterno solo perché non codificato. Fa ridere dai. Che proprio ora si decida altri provvedimenti che non elenco, il cui scopo è esplicitamente quasi dichiarato anche dai promotori. Onestamente neanche tanto per un discorso di legalità e tantomeno per legittimità del governo a governare, ma per i danni che creano tali scappatoie in generale.

  • Che questo paese aborra le guerre (anche perchè le perde) e adori la guerra civile è una triste verità.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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