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800 update: Scajola infittisce il giallo

E dunque i ministri per la banda larga insistono. Brunetta ne ribadisce la necessità per ammodernare i servizi della pubblica amministrazione. E si aggiunge Scajola che sostiene come gli 800 milioni di investimenti sarebbero utili a sostenere l’occupazione. Chissà perché era stato proprio Letta a dire che quei soldi erano bloccati. E chissà perché il ribadito sostegno al piano Romani arriva dopo le (più o meno) dimissioni di Stefano Pileri (che sosteneva a quanto si dice un vero e proprio scorporo della rete di Telecom Italia). Domande che restano nelle discussioni piuttosto esoteriche dei nostri potenti. Repubblica. Corriere.

Update sui commenti in questo blog: 

Gli occhi sulla nuca: non si va lontano e si crede ( si fa credere ? ) di andare avanti.

Bisogna sempre ricordare chi è a governarci e dunque a prendere le decisioni che dovrebbero massimizzare il benessere pubblico. Le principali entrate del presidente del consiglio provengono da mediaset e publitalia 80. La prima, come tutti sanno, si occupa di produzione e distribuzione televisiva in libera visione e fattura 4,2 miliardi di euro l’anno. La seconda è una concessionaria per la raccolta pubblicitaria per la televisione (prima in Europa per fatturato, circa 3 miliardi) e detiene oltre il 60 per cento del mercato pubblicitario italiano. (Publitalia ha creato una concessionaria che si occupi della raccolta della pubblicità on line, ma solo qualche giorno fa e risulterà operativa solo dal 2010). 
Oggi internet anche grazie all’avvento di socialnetwork come facebook è diventato anche in Italia un valido concorrente nella sfida per l’attenzione del pubblico, risulta dunque evidente come un ampliamento o un miglioramento dell’infrastruttura che consente connessioni a banda larga non venga visto come una priorità da chi deve guardare alla rete come si guarda ad un concorrente, quantomeno sul piano economico, tralasciando per ora quello politico. 

La Federazione delle concessionarie di pubblicità online – Assointernet, grazie al suo presidente Carlo Poss, ha recentemente espresso un grande e chiaro dissenso per la scelta di abbandonare l’investimento di 800 milioni; purtroppo pero’ nessun media, eccetto La Repubblica ed alcuni blog (tra cui questo) ne ha ripreso e commentato la notizia.
Non avendo quindi visibilità mediatica, il dissenso del mondo web rimane più o meno noto ad un ristretto pubblico.

beautiful ^_^

Che la banda larga sia un investimento che possa portare vantaggi al paese, nulla questio, ma non sarà quest’infrastruttura che farà aumentare il numero di utenti internet, e per due ragioni: 
1) la maggior parte della popolazione italica non ha sufficiente scolarità.
2) l’accesso a Internet costa troppo per la famiglia media italica.
Per quanto riguarda la pubblicità che finisce sopratutto in TV, questo è funzione dei due fatti precedenti:
la TV non richiede scolarità e, sopratutto, è gratuita.

Caro Luca, 
a volte trovo divertente andare a guardare l’etimologia delle parole. Si possono trovare i significati dei vocaboli in uso, ci si puo’ sorprendere dei loro significati nascosti, oppure se ne rintraccia la storia e si interpreta la societa’ che li usava.

Investimento e’ parente stretto di “vestire” ed era inteso come addobbare, coprire d’ornamenti (http://www.etimo.it/?term=investire&find=Cerca), in questo “investimento” ed “investitura” erano perfetti sinonimi. Il significato di investimento come “denaro utilizzato per produrre profitto” a quanto pare nasce solo nel 17 secolo in connessione col commercio verso le “indie orientali” (http://www.etymonline.com/index.phpsearch=invest&searchmode=none).

L’investitura permetteva ai prescelti di acquisire meriti grazie ai titoli; l’investimento consentiva ai meritevoli di far fruttare i titoli ricevuti.

Oggi, temo che l’investimento sia tornato ad essere un’investitura.

All”opportunita’ strategica di alcune scelte, perfettamente logica e razionale, spesso si preferisce la discrezionalita’ illogica e irrazionale dei potenti. Mi viene in mente la risposta di un funzionario ministeriale alla richiesta di adottare una strategia nel suo campo di azione: “A strateggia nun se ppo’ ffa’… pe ‘ttanti motivi”.

Ciao Luca, ti segnalo questa intervista di Giacomo Dotta:http://www.dariosalvelli.com/2009/10/un-laptop-per-alunno

E’ un vero peccato.
Un’altra occasione persa.
E’ un po’ come conservare le medicine per quando uno sarà guarito.

Onestamente non penso proprio sia un tentativo di boicottare il mercato della pubblicità sulla rete. A mio parere è abbastanza difficile che l’adv su Internet possa rappresentare un “pericolo” per Publitalia80 che proprio non ritenendo questo mercato interessante non ci hai mai praticamente messo il piede. La pubblicità sulla rete ha un approccio al pubblico completamente diverso e molto più complicato che non quella televisiva che appunto è semplice, broadcast e, RAI a parte, gratuita.
Mi permetto di dire che pensare a una cosa del genere mi suona più come un alibi delle varie associazioni della pubblicità su Internet per poter giustificare il ruolo di cenerentola del loro mercato. Mi preoccuperei più di differenziare la comunicazione digitale da quella convenzionale, trovando formule innovative. Ovviamente fino a quando si continuerà a vendere la pubblicità online con gli stessi parametri di quella televisiva, ovvero il costo contatto, la sfida sarà sempre perdente.

Purtroppo penso che questa scelta sia stata dettata in generale da questioni politiche e mediatiche. tagliare i fondi per Internet fa rumore in una cerchia di soliti ristretti sensibili giustamente a questo tema ma purtroppo forse poco significativi dal punto di vista politico. Tagliare i fondi per il ponte di Messina, la costruzione delle case in Abruzzo, a Messina, le grandi infrastrutture farebbe molto più rumore mediatico e rischierebbe di muovere anche ingenti masse di voto specialmente al sud.

Chiaramente il tutto denota ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, quanto in questo paese la creazione di infrastrutture digitali per la crescita non solo economica ma anche culturale abbia un valore e una considerazione molto bassa.

Non lo so se è per Partito preso o per semplice ignoranza. Ma questi signori di Palazzo NON ci capiscono nulla di REte e NON si capiscono neppure tra di loro!!!

Leggete qui:
http://punto-informatico.it/2745321/PI/Commenti/non-siamo-ancora-un-paese-internet.aspx

(pezzo che quoto al 100%)

e qui:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/11/banda-larga-scajola.shtml?uuid=a284db60-cc8b-11de-a628-f019027192d1&DocRulesView=Libero

per capire che GIORNO PER GIORNO ORA PER ORA questo governo dice cose diverse!!!!

Ciao Luca,
tuo lettore fedele

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  • @nicola
    Non so se tu faccia riferimento al mio commento comunque cerco di chiarire il concetto. Non è il mercato della pubblicità on line a spaventare pubblitalia e tanto meno mediaset. Non si sta parlando di quanto sia complicato il mercato dell advertising on line ecc.. La rete può costituire una minaccia economica per imprese come publitalia e mediaset semplicemente per il fatto che il numero di ore speso su internet da chi dispone di una connessione a banda larga è in forte crescita (un rapporto microsoft uscito a maggio prevedeva 14 ore alla settimana di media nel 2010). l’attenzione è una risorsa limitata, più tempo su internet significa meno ore da dedicare al piccolo schermo. Se le persone stanno meno davanti alla tv significa che le possibilità che uno spot ha di arrivare al target desiderato diminuiscono. Ciò potrebbe e dovrebbe far scendere il costo dello spazio pubblicitario o allontanare qualche inserzionista e quindi anche abbassare i ricavi di pubblitalia e mediaset nel lungo periodo.
    Questo poi non significa che l’advertising in rete vada bene e riesca sempre a monetizzare il trasferimento dell’attenzione da un medium ad un altro.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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