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Chi l’ha visto tutto

Gilioli l’ha visto tutto. E l’ha rattristato. Inevitabilmente. Non solo per il contenuto.

Ma anche per la sensazione – che si legge in alcune sue parole – che tutto questo si possa superare solo pensando a come guarderemo questa puntata in un contesto diverso, in qualche giorno futuro nel quale la sanità mediatica sarà riconquistata. Forse allora ci saremo dimenticati il senso dei siparietti con il Vespa birichino. E le benevolmente burbere battute del presidente. E tutto il resto.

Ma dirci oggi di pensarlo con distacco non dovrebbe rattristare: ci fa bene. Ci induce a guardare ai fatti in una prospettiva più ampia. E ci fa superare la paranoia. Che è il primo passo per cominciare a raccontare una storia diversa. Meno legata alla critica dei leader attuali. (Che per carità ci vuole, ma non può e non deve essere una monomania). Imho.

(Ah, se non capisco male i dati Auditel, la trasmissione di ieri non è stata un gran successo).

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  • “Avrebbero dovuto vederlo tutti per capire in profondità quello che ha detto la moglie, quando parlava di un uomo malato.”
    “Tirato, teso, gonfio, un occhio mezzo chiuso, pieno di cortisone: più suonato di Mussolini al Lirico in quel dicembre del ‘44.”
    Concordo totalmente, con l’analisi di Gilioli, penso che sia arrivata l’ora del declino! E i dati dell’Auditel sono stati più brucianti delle famose dieci domande!

  • E’ altrettanto fastidioso ascoltare come la sinistra cerca di capitalizzare queste amenità, che solo il premier abilita. Chi si stupisce del qualunquismo in Italia vive fuori dal mondo. Nelle condizioni che il dibattito sta assumento ora, è arduo non cadere nell’antipolitica. Con la trasmissione di ieri sembrano saltati tutti i limiti. E’ anche difficile esprimersi senza giudizi emotivi, veramente imbarazzante.

Luca De Biase

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