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Ottimisti e pessimisti

Secondo Bertolino un ottimista è solo un pessimista male informato. Fa ridere. Ma per la stessa ragione per cui il professore di giornalismo della Columbia insegna che un editoriale pessimista ha più successo. Il pessimismo sembra coraggio di guardare ai fatti, mentre in realtà sarebbe vero proprio il contrario. Il coraggio di guardare ai fatti e di saper guardare anche oltre in nome di un progetto realizzabile per cambiare il mondo trova ancora più consenso. Il pessimismo blocca, l’ottimismo alimenta, l’ottimismo consapevole costruisce. Insomma, alla fine, il pessimista fa più ridere ma l’ottimista è più simpatico.. E ha qualche possibilità di cercare la felicità.

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  • La scelta di un giornale se essere ottimista o pessimista non è mai neutra, serve a qualche scopo, normalmente politico (a parte la considerazione che le cattive notizie fanno vendere di più…). Inoltre, non credo che nessun giornale sia ottimista o pessimista in toto, sceglie gli argomenti sulla base di quanto sopra. E poi si selezionano le notizie. Per esempio, quando avete letto l’ultima volta del gradimento del Presidente USA ? Scommetto quando ObaOba era al 58 per cento. Bene, ora è al 46, e storicamente è la discesa più precipitosa di ogni presidente neoeletto (non lo dico io, l’Autorevole New York Times, ANYT) da quando esistono i sondaggi di questo tipo. Non solo, per evitare che pensiate che questo avvenga perchè Obama non è di sinistra, nei sondaggi sul Congresso i Repubblicani conducono sui Democratici almeno da due mesi (anche questo, quando mai lo avete letto in Italia ?).

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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