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Google News e la Fieg

La notizia è stata data un po’ in tutto il mondo. La Fieg ha chiesto un intervento all’Antitrust italiana su Google News sostenendo che i giornali che non vogliano apparire nell’aggregatore delle notizie vengono penalizzati anche nel motore di ricerca.

In effetti, digitando questo pomeriggio due parole nel motore di ricerca (antitrust fieg) la notizia data da repubblica.it appariva in 42esima posizione su Google (mentre non c’era in Google News). Insomma, la Repubblica non è nell’aggregatore, non è esclusa dal motore, non è in posizione elevata (arrivano prima molti altri siti giornalistici). Sul Sole interviste con le posizioni della Fieg e di Google. via Mante la risposta di Google.
Sul sito della Fieg non si trova una versione della vicenda (può essere che non l’abbia trovato io). C’è su quello dell’Antitrust. Non si sa chi siano i giornali coinvolti. Non si sa bene che cosa abbia effettivamente fatto l’Antitrust in collaborazione con la Guardia di Finanza.
Non è ovviamente chiaro quanto convenga agli editori evitare Google News: perdono o guadagnano con l’aggregatore? Dipende da quanto raccolgono con i visitatori che arrivano appunto dall’aggregatore al loro sito e da quanti visitatori in più avrebbero se molti non si fermassero alle poche righe riportate su Google News. Non c’è una prova a sostegno di una o dell’altra opinione. Ma è chiaro che se il motore di Google desse risposte che dipendono in qualche modo da come gli editori si pongono nei confronti di Google News, allora questo sarebbe un problema di credibilità per il motore. Google, appunto, lo esclude.
Ecco il comunicato dell’Antitrust:

COMUNICATO STAMPA

EDITORIA: ANTITRUST AVVIA ISTRUTTORIA NEI CONFRONTI DI GOOGLE ITALY PER POSSIBILE ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Procedimento avviato alla luce di una segnalazione della Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali. Secondo la Federazione, nella gestione del servizio Google News Italia, Google impedirebbe agli editori di scegliere liberamente le modalità con cui consentire l’utilizzo delle notizie pubblicate sui propri siti internet. I siti editoriali che non vogliono apparire su Google News verrebbero infatti automaticamente esclusi anche dal motore di ricerca Google. Possibili effettivi distorsivi sul mercato della raccolta pubblicitaria on line.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 26 agosto 2009, ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di Google Italy per verificare se i comportamenti della società, in considerazione della sua indiscussa predominanza nella fornitura di servizi di ricerca on line, siano idonei ad incidere indebitamente sulla concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria on line e a consolidare la sua posizione nella intermediazione di spazi pubblicitari. 
Il procedimento, notificato oggi alla società nel corso di un’ispezione condotta in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza, è stato avviato alla luce di una segnalazione della Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, relativa al servizio Google News Italia, con il quale Google aggrega, indicizza e visualizza parzialmente notizie pubblicate da molti editori italiani attivi online. Secondo gli editori Google News Italia, utilizzando parzialmente il prodotto dei singoli editori on line, avrebbe un impatto negativo sulla capacità degli editori online di attrarre utenti ed investimenti pubblicitari sulle proprie home page. Gli editori italiani, che non ottengono alcuna forma di remunerazione diretta per l’utilizzo dei propri contenuti su Google News, non avrebbero inoltre la possibilità di scegliere se includere o meno le notizie pubblicate sui propri siti internet sul portale stesso: Google renderebbe infatti possibile ad un editore di non apparire su Google News, ma ciò comporterebbe l’esclusione dei contenuti dell’editore dal motore di ricerca della stessa Google. Si tratta di una condizione estremamente penalizzante: la presenza sul motore di ricerca di Google è determinante per la capacità di un sito internet di attrarre visitatori e dunque ottenere ricavi dalla raccolta pubblicitaria, vista l’elevatissima diffusione di tale motore tra gli utenti.
L’istruttoria dell’Antitrust dovrà dunque verificare se i comportamenti di Google, resi possibili dalla sua indiscussa predominanza nella fornitura di servizi di ricerca online, siano idonei ad incidere indebitamente sulla concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria online, con l’ulteriore effetto di consolidare la sua posizione nell’intermediazione pubblicitaria online. 

Roma, 27 agosto 2009

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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