Home » partecipazione » Racconto binario
partecipazione perplessità

Racconto binario

In treno. Il controllore chiede i biglietti. Due persone ridacchiano. Non hanno i biglietti. Il controllore alza la voce.
I due sono grossi e lo prendono in giro. Il controllore chiede biglietto o permesso di soggiorno. O documento rilasciato da autorità italiana.. 

I due non li mostrano. Non si sa come si esce da questa situazione.. Il controllore chiede i biglietti o i documenti o chiamerà la polizia
I due ridono. No dicono la polizia no. Il controllore dice biglietti o documenti. Mostrano i documenti. No: rilasciati da autorità italiana 
Non se ne esce. Ma il controllore non molla. Minaccia di chiamare la polizia. I due mostrano i permessi di soggiorno.
Il controllore trascrive i dati. I due non vogliono. Il controllore dice allora pagate..
I due tirano fuori dieci euro. Non bastano. I due ridono. 
È passato un buon quarto d’ora. Il controllore riprende a trascrivere.. Non ridono più. Anche il controllore è grosso. Ed esperto. Non scrivere, chiedono.. Allora? Chiamo la polizia? Trascrivo? Pagate?
Finisce che pagano il biglietto. 
Ci sono voluti venticinque minuti. Succede spesso? Il controllore annuisce.
Succede spesso. E facendosi rispettare alla fine pagano. I soldi li hanno. Noi approviamo il controllore 
È sembrato il brano di un film. Non si capiva se era finanziato dal governo, promosso dall’azienda dei treni o pensato dagli attivisti di un movimento di protesta.. 
Ma la realtà è diversa dai film perché nella realtà si vede che la sceneggiatura non è fatta per interessare il pubblico.
La realtà è recitata a memora da persone che pensano ciascuna al proprio film. E solo raramente guardano anche quello degli altri 
(Storia apparsa in diretta su Twitter).

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

  • Era più avvincente quando l’ho letto in tempo reale 🙂 Seguivo una discettazione su twitter sulla definizione del giornalismo, poi leggo l’alert e seguire la cronaca di un giorno d’ordinaria strafottenza è stato spettacolare, vero. In effetti si innesca la classica suspance dei linguaggi di flusso. E a differenza dell’immagine che blocca l’immaginazione, la frase scritta dà sfogo alla fantasia del come va a finire. Un pò come tirare a prenderci, infatti ho perso. Mi avrebbe fatto piacere che la polizia ferroviaria avesse riaperto la trama.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi