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La nascita del Pdl e la Lega

Da quando c’è il Pdl, la Lega non è tranquilla. Bisogna leggerne sul Foglio per averne una spiegazione. Con un po’ di fantasia, sembra di poter tornare ai tempi in cui i socialisti – quelli degli anni Settanta – si muovevamo ambiguamente attorno alla corazzata Dc, mentre il Pci se ne stava stabilmente all’opposizione consociativa. Ma è evidente che oggi tutto è cambiato (perché nulla cambiasse).

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  • Bastava leggere il mio commento di ieri. Cundari è bravo, ma certe cose sono sotto gli occhi di tutti, basta guardarle. Che poi il pezzo di Cundari parli molto più del suicidio del PD che della Lega, mi sembra molto appropriato: se uno si spara negli zebedei e il suo vicino si sporca, il danneggiato è lo sparatore, o no?

  • In termini di marketing, FI era un prodotto sostitutivo: la gente non ha più trovato sugli scaffali il caffè DC e ha comprato un’altra marca, perchè chi beve abitualmente caffè, se non trova la sua marca preferita, non è che passa al tè al limone, come invece credeva l’intellighenzia del PCI dopo la demolizione della torrefazione scudocrociata.
    Fatto il debranding di FI e AN nel nuovo brand PDL, si ripropone, molto evidente, il quadro di una balena bianca e di tanti pesci pilota (Lega, UDC e altre siglette locali e localistiche) che devono trovarsi uno spazio come prodotto ausiliario della miscela PDL, senza nessuna speranza di prenderne il posto, e non è un caso che chi ha portato al successo il caffè PDL è uno che campa di advertising. D’altra parte era già tutto scritto in The Marchant War, libro del 1951, che racconta che, nel 2006, il mondo è gestito dalle agenzie di advertising.

Luca De Biase

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