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In principio sara’ Facebook

Mark Zuckerberg torna sulla questione delle regole di utilizzo di Facebook. “Il nostro primo obiettivo, qui a Facebook, è contribuire a costruire un mondo più aperto e trasparente”dice Mark “dunque dobbiamo essere d’esempio”. Per questo a Facebook hanno deciso di pensare in modo diverso e far crescere le nuove regole con la collaborazione degli utenti.

Ci sono due nuovi documenti da discutere. Uno riguarda i principi e un altro le regole.

Tra i principi, uno riguarda la questione sollevata qualche tempo fa sulla “proprietà” delle informazioni condivise dagli utenti. E questo è il testo proposto: “People should own their information. They should have the freedom to
share it with anyone they want and take it with them anywhere they
want, including removing it from the Facebook Service. People should
have the freedom to decide with whom they will share their information,
and to set privacy controls to protect those choices. Those controls,
however, are not capable of limiting how those who have received
information may use it, particularly outside the Facebook Service”.

L’ultima clausola è comprensibile: si tiene conto della realtà dei fatti, cioè della possibilità per chiunque di copiare da Facebook qualcosa di qualcuno e postarlo altrove… Ma questo non dovrebbe essere un tema di principi. Forse dovrebbe essere un tema di regole. Il principio, piuttosto, dovrebbe essere che le persone devono essere consapevoli del fatto che qualcuno può prendere i contenuti e copiarli altrove. Dunque ciò che si condivide non deve essere un’informazione che non si vuole rendere pubblica.

I principi si chiudono con un’interessante questione: “The Facebook Service should transcend geographic and national boundaries and be available to everyone in the world”. Questo principio potrebbe aprire la strada a un comportamento di Facebook in Cina diverso da quello tenuto a suo tempo da Microsoft, Yahoo! e Google.

Le puntate precedenti di questa vicenda: il problema, la prima risposta, la ritirata, le chiose.

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  • Per quanto riguarda la Cina, sebbene la politica di Facebook presenti qualcosa di innovativo, credo sarà difficile che le quote di mercato del social network statunitense riusciranno a contrastare lo strapotere di Qzone capace di vantare 200 milioni di utenti (se non sbaglio FB ne ha 175).
    Rimanendo in tema di censura del web in Cina legata al business le suggerisco le lettura di questo breve articolo http://techdirt.com/articles/20090225/0728403899.shtml.
    Distinti saluti

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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