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Diritti di Facebook: Zuckerberg risponde

Mark Zuckerberg ha risposto alle preoccupazioni emerse ieri in rete, in riferimento al cambiamento dei termini di servizio di Facebook.

In sostanza, dice Zuckerberg, il cambiamento serve ma non è facile da spiegare. E’ vero che ora i contenuti prodotti dagli utenti non spariscono quando questi si cancellano da Facebook. Ma questo è motivato dal fatto che devono poter restare negli spazi dei loro “amici”. Come una mail ricevuta da una persona resta, anche quando chi l’ha inviata decide di chiudere l’account di posta elettronica dal quale l’ha mandata.
Zuckerberg ammette che tutto questo è complicato. E che gli ci vorranno altri giorni di riflessione per arrivare a spiegare la questione in modo più convincente. 
Pare dunque di capire che i contenuti pubblicati dagli utenti resteranno visibili solo ai loro amici. Che non spariranno quando gli utenti si cancelleranno da Facebook. E che Zuckerberg continua a pensare a Facebook come a un sistema evoluto di comunicazione tra persone che si conoscono, non come a un sistema per pubblicare informazioni di interesse pubblico. Non è insomma un’evoluzione dei blog, ma un’evoluzione della posta elettronica. Secondo lui. 
Sicché, quello che pubblichiamo su Facebook non è più nostro: è anche di chi lo ha ricevuto. Perché lo abbiamo condiviso con lui. Dunque è anche della piattaforma che lo ospita. Per sempre, appunto. Anche quando ci siamo cancellati.
Ne emerge una considerazione. Se, come è probabile, il futuro dei diritti degli utenti su Facebook andrà nella direzione di sviluppare il concetto pensato da Zuckerberg, allora saranno garantite le comunicazioni tra persone che si conoscono, non l’informazione pubblica rivolta a chiunque. Meglio per tutti, dunque, sviluppare una chiara consapevolezza di quanto ciò voglia dire. E imparare a pubblicare su Facebook solo quello che si pensa che non ci farà mai pentire di aver pubblicato.

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  • “E imparare a pubblicare su Facebook solo quello che si pensa che non ci farà mai pentire di aver pubblicato.” -> questo non vale sempre e comunque?

  • Ricordo che un anno e mezzo fa discutevo di questi argomenti all’università di Crema. Facebook non era quello attuale ma spiegavo, tra le tante cose, che i social network sono qui per rimanere e le informazioni ci accompagneranno sempre. Parlavo di Youtube e Flickr, ma il discorso è identico, perchè le informazioni che mettiamon giro, indipendentemente dalla forma, sono nostre ma non ci appartengono più. Il motivo è semplice, quello che dico o faccio viene interpretato dagli altri, viene contaminato e arricchito o impoverito a seconda dei casi. In piccolo, è quanto avviene per una canzone, esempio comprensibile a tutti: il cantante la crea e la canta, ma l’emozione, apparentemente collettiva, è di ogni singolo e probabilmente anche diversa.

  • @ xlthlx
    Si’, ma molti utenti di FB, quando pubblicano qualcosa, non considerano che “scripta manent”. Alcuni, fra quelli che conosco, pensano che tanto nel “diario” di FB tutto scorra, convinti che cio’ che pubblicano oggi svanira’ nel giro di qualche giorno.

  • Mah… sinceramente la risposta di Zuckerberg mi lascia perplesso. E’ anche vero che, una volta mandata una mail, questa viene ricevuta ed il destinatario ne detiene per sempre una copia MA il server che l’ha trasmessa non contiene più quell’informazione (a meno che non sia stato configurato opportunamente per farlo). Ed, in ogni caso, l’utente ha la facoltà di cancellare quel dato dal server. Quindi, l’analogia con la posta elettronica non funziona.
    Ha ragione nell’affermare che è un concetto difficile da chiarire e spiegare, ma… neanche lui ci sta mettendo molta volontà, nel farlo.
    Ieri c’era confusione al riguardo, oggi ce ne sarà ancora di più e gli utenti (quelli che si informeranno) avranno maggior convinzione che i loro dati sono “andati per sempre”. Ed è così, infatti.
    Perplessità…

  • si. sta tutto qui: imparare a pubblicare su Facebook solo quello che si pensa che non ci farà mai pentire di aver pubblicato

  • C’è una persistenza fisica sul server, ma c’è soprattutto una persistenza negli effetti di un post; l’intervento in una discussione cambia la discussione per tutti i partecipanti. FB rischia di far prendere la cosa alla leggera, per la brevità dei messaggi, per la conoscenza di chi sappiamo ascolta in quel momento o dopo, per lo stesso scorrere della discussione ed altro. In questo senso sottoscrivo pienamente l’invito alla presa di consapevolezza e capisco le incertezze di Zuckerberg.

  • Scusa a me sembra un po’ una presa per i fondelli.
    Passi per le mail. Ma dove c’è scritto che Facebook può vendere tutto il materiale, rimaneggiarlo e venderne la licenza, non si parla di affetto.
    Si parla di soldoni… Cioè si parla del fatto che cose pubblicate anche per farsi pubblicità possano essere vendute a qualcun altro. Vendute ragazzi. Cioè poi magari non accadrà, però questo è quanto è scritto nel regolamento e se primaci si poteva allontanare da facebook così cancellavi automaticamente il tuo materiale, ora non si può più…

  • Su facebook c’è anche Interflora..
    …non è in un giorno speciale che si regala un fiore…ma è un fiore che fa diventare un giorno speciale….

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  • Вы занимаетесь сео на своем блоге? Я хочу заняться, но не знаю с чего начать… Я ваш сайт легко в поиске нашел, а моего блога там похоже и нету даже 🙁

  • non è un argomento semplice soprattutto se consideriamo che su facebook pubblicano anche molti ragazzi e non sanno che tutto questo è solo un mercato che si avvale dei sentimenti, del desiderio di ritrovare le proprie conoscenze, di rimanere visibili, soprattutto per aver la consapevolezza di esserci…

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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